lunedì 28 aprile 2014

Null'altro



Cosa potevo fare
se non portare la poltrona
[quella comoda di vimini e cuscini]
accanto alla finestra
e sedermi ad aspettare

Non era facile tenere a bada il polso
o il sussulto d’orgoglio che mi tentava alle spalle
della porta sbattuta

ma respiravo a fondo alleggerendo le dita
mentre disegnavano ramages
sulle cosce scoperte

E poi là fuori  passavano

Tante scarpe e andature da guardare
da  incrociare per svago
tra loro
come bamboline nella casetta da tè
Sorridevo -persino-
al gioco facile della stima

Aspettavo
interrogando le mie carte
con distrazione

perché c’era sempre un pezzo di cielo
a darmi la risposta


Nessun commento:

Posta un commento